Quali condizioni aumentano il rischio di malattie cardiache?

Ipertensione arteriosa
L’alta pressione nelle arterie e in altri vasi sanguigni è un importante fattore di rischio per le malattie cardiache e, se non controllata, può avere effetti anche su altri organi, tra cui i reni e il cervello.
Questo disturbo è noto anche come “killer silenzioso” perché, generalmente, non presenta sintomi. L’unico modo per sapere se si ha la pressione alta è attraverso la sua misurazione e, in caso di valori elevati, è possibile abbassarla modificando lo stile di vita o assumendo farmaci in grado di ridurre il rischio di malattie cardiache e l’infarto.4

Elevati livelli di colesterolo nel sangue (ipercolesterolemia)
Il colesterolo è una sostanza, appartenente alla famiglia dei lipidi o grassi, prodotta dal fegato (colesterolo endogeno) e presente in alcuni alimenti (colesterolo esogeno). Se si assume più colesterolo di quello che il corpo può utilizzare, la frazione in eccesso tende ad accumularsi lungo le pareti delle arterie, comprese quelle del cuore, che conseguentemente si restringono, determinando un aumento della pressione sanguigna e una riduzione del flusso al cuore, cervello, reni e altri organi del corpo. Mantenere i livelli di colesterolo e trigliceridi (TG) all’interno dei limiti salutari è quindi fondamentale per ridurre il rischio di malattie cardiache.
Ci sono due tipi principali di colesterolo nel sangue:
- Colesterolo LDL (lipoproteine a bassa densità), il cosidetto colesterolo “cattivo” perché può causare l’accumulo di placche nelle arterie;
- Colesterolo HDL (lipoproteine ad alta densità), considerato colesterolo “buono” perché livelli più alti forniscono una certa protezione contro le malattie cardiache.
A cui vanno a sommarsi alti livelli di triglicerici, i “brutti”, che contribuiscono allo sviluppo e progressione dell’aterosclerosi.
Anche il colesterolo alto nel sangue, solitamente, non presenta segni o sintomi e, anche in questo caso, l’unico modo per sapere se i livelli di colesterolo sono alti è controllarli, attraverso un semplice esame del sangue, chiamato “profilo lipidico”.5

Diabete mellito
Il nostro corpo ha bisogno di zucchero (glucosio) per produrre energia e i suoi livelli nel sangue sono regolati dall’insulina, un ormone prodotto nel pancreas, che aiuta a veicolare il glucosio, assimilato con il cibo, alle cellule, per produrre energia.
Nei soggetti affetti da diabete, l’insulina non è prodotta in quantità sufficiente o non può svolgere la sua funzione regolatoria, o entrambe le cose, e questo determina un accumulo di zucchero nel sangue.4
L’iperglicemia danneggia l’endotelio dei vasi sanguigni e aumenta il rischio di malattie cardiovascolari. Mentre il diabete di tipo 1 aumenta il rischio di malattie coronariche, il diabete di tipo 2 è più spesso associato a obesità e aterosclerosi, con conseguente maggiore incidenza di ictus e, più in generale, di malattie cerebrovascolari. Secondo i dati ISTAT, in Italia il 5,8% della popolazione (6,2% maschi e 5,5% femmine) è affetto da diabete mellito.6
Il rischio di morte per malattie cardiometaboliche negli gli adulti con diabete è maggiore rispetto agli adulti che non hanno questa patologia: più del 75% dei soggetti diabetici, di età superiore ai 40 anni, potrebbe morire per disturbi cardiovascolari, rispetto a individui sani.7
È importante, per questo, rivolgersi al proprio medico per capire come prevenire o gestire il diabete e controllare altri fattori di rischio.4

Sovrappeso e Obesità
L’aumento di peso è correlato ad un elevato rischio sviluppare malattie cardiovascolari, poiché spesso associato a ipercolesterolemia, ipertrigliceridemia e iperglicemia.6
Protratto nel tempo, il sovrappeso, collegato a livelli più alti di colesterolo “cattivo” e trigliceridi, e a livelli minori di colesterolo “buono”, sfocia in obesità e può portare ad ipertensione arteriosa, diabete e malattie cardiache.4 Il rischio cardiovascolare aumenta quindi al crescere dell’indice di massa corporea (IMC o body mass index, BMI) e della circonferenza addominale.
Secondo i dati ISTAT, il 35,4% della popolazione italiana dai 18 anni in su è in sovrappeso (il 43,3% dei maschi e il 28,1% delle femmine), mentre il 10,9% è obeso (l’11,7% degli uomini rispetto al 10,3% delle donne).6
Anche in questo caso, parlare con il proprio medico è il primo passo per intraprendere un percorso finalizzato a ridurre il proprio peso, portandolo ad un livello sano.4